Lunedì 28 aprile 2025, un blackout senza precedenti ha lasciato al buio gran parte di Spagna, Portogallo e alcune zone del sud della Francia, paralizzando trasporti, aeroporti, ospedali e comunicazioni. Il blackout è iniziato intorno alle 12:30 e, in pochi minuti, ha isolato la penisola iberica dalla rete elettrica europea, causando un’interruzione totale dell’alimentazione elettrica per milioni di persone. Le cause precise sono ancora in fase di indagine, ma le prime ipotesi parlano di uno squilibrio improvviso nel flusso di potenza, forse amplificato dall’elevata produzione da fonti rinnovabili (oltre il 60% dell’energia in quei giorni), che ha messo in crisi la stabilità della rete.

Non si tratta però di una “colpa” delle rinnovabili: blackout di questa portata sono già avvenuti in passato anche in sistemi dominati da fonti fossili, come in Italia nel 2003 o in Texas nel 2021. Il vero problema è che le nostre reti sono ancora gestite con criteri pensati per un sistema centralizzato e poco flessibile, mentre la transizione energetica richiede strumenti nuovi e una gestione molto più dinamica.

La soluzione? Flessibilità e tecnologia

Oggi abbiamo a disposizione tecnologie avanzate per rendere la rete più resiliente:

  • Algoritmi di bilanciamento, che regolano in tempo reale domanda e offerta;
  • Sistemi di accumulo energetico e batterie, per gestire le fluttuazioni della produzione rinnovabile;
  • Software intelligenti di gestione della rete, che ottimizzano i flussi e prevengono i sovraccarichi;
  • Flessibilità energetica, anche domestica: cioè la capacità di adattare i consumi alle esigenze della rete, spostando l’uso degli elettrodomestici nelle fasce orarie in cui l’energia è più abbondante e conveniente.

Cosa stiamo facendo in Italia?

Anche da noi si stanno muovendo passi concreti. Octopus Energy, ad esempio, ha lanciato gli “Energy Break”: eventi in cui i clienti sono invitati a ridurre o spostare i consumi fuori dalle ore di picco, ricevendo uno sconto in bolletta. Le prime sessioni hanno coinvolto oltre 25.000 persone, con una riduzione media dei consumi del 20% e un risparmio energetico di 8 MWh in sole due ore-l’equivalente di 10.000 lavatrici accese o 100.000 ore di streaming. Se estesa a tutti i clienti con contatori intelligenti, questa iniziativa potrebbe ridurre i consumi di picco di 1,7 GW per un’ora, quasi il doppio della produzione delle centrali a carbone in Sardegna e sufficiente ad alimentare 16 milioni di case per un’ora.